Frasi sulla vita, pensieri, citazioni ed aforismi famosi sono stati scritti in ogni epoca ed in ogni luogo. Ma cos’è la vita? Qual è il suo senso? Non abbiamo la presunzione di rispondere a domande così profonde, quindi ci siamo limitati a riassumere gli aforismi sulla vita più importanti e famosi che hanno scandito le varie epoche storiche. All’interno del sito puoi anche trovare sezioni apposite dedicate all’aforismario sull’amore ed all’aforismario sulla musica.

Iniziamo con una frase sulla vita di Oscar Wilde, noto aforista e poeta di fine ‘800, che recita: “la vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri”. Il buon Oscar ci invita ad inseguire i propri sogni, piuttosto che compiacere gli altri a discapito della propria felicità.

Restando nel campo della letteratura, ecco un altro scrittore e poeta irlandese, che ci ha lasciato in eredità diverse frasi celebri sulla vita: James Joyce. Una delle più belle è questa: “la vita è come un’eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii”.

Il Mahatma Ghandi, padre spirituale sostenitore della disobbedienza civile basata sulla non violenza, ci ha regalato diverse perle di saggezza e massime sulla vita. La più famosa è la seguente: “sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fin tanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Anche i fumetti ed i cartoni animati ci hanno regalato frasi bellissime sulla vita e consigli per superare ogni difficoltà. Il modo migliore per affrontare la vita ce lo suggerisce Charlie Brown, che candidamente dice a proposito dell’esistenza: “la vita è più facile se si teme soltanto un giorno alla volta”.

Se proprio non riesci a capire il senso della vita, prova a seguire il suggerimento di Fedor Dostoevskij: “ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso”.

 

Un autore italiano contemporaneo, Alessandro Baricco, in Castelli di rabbia del 1991ha affermato, invece, che “La vita è sostanzialmente incoerente e la prevedibilità dei fatti un’illusoria consolazione, eppure, lo scrittore torinese, vincitore del Premio Viareggio nel 1993, ha detto anche “Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde”,

Anche un altro autore italiano, il giornalista e scrittore Romano Battaglia, ha detto nel suo libro “Notte infinita” del 1989 che “Bisogna, ogni tanto, volgere gli occhi al cielo con tutte le sue stelle per rendersi conto che la vita è una cosa sublime e che va vissuta nella maniera migliore in ogni attimo perché è una occasione unica, irripetibile”.

Ed è sempre di Romano Battaglia la frase contenuta nel suo libro “Il fiume della vita” del 1992: “Trascorriamo la vita sperando in un domani diverso che non verrà mai. Raduniamo denaro e case con il pensiero che un giorno tutte queste ricchezze ci serviranno per vivere meglio: lasciamo passare il tempo con la convinzione che tutto ciò diventi verità. Ma la verità è nel nostro presente e noi non ci accorgiamo di attimi che da soli valgono un’intera esistenza per il loro significato”.
Inoltre, Romano Battaglia in “Cielo chiaro” del 1993 ha scritto: “Se manca qualcosa alla tua vita è perché non hai guardato abbastanza in alto”.

In “Ho incontrato la vita in un filo d’erba” del 1996, ancora Romano Battaglia ha detto “Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime; ma poi ci sono giorni pieni d’amore che ci danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni”.
Mentre ne “La strada di Sin” del 2004, l’autore in questione ha composto la seguente frase: “Il bene più grande della vita non sta in ciò che si possiede, ma nell’amore delle persone che ci stanno vicine”.

In “Foglie” del 2009, una altra frase di Romano Battaglia afferma che “La vita può essere tristezza che dobbiamo cercare di superare, oppure può presentarsi con aria di sfida e allora si deve avere il coraggio di affrontarla. La vita è avventura, bellezza, promessa, mistero. Va scoperta passo dopo passo, respiro dopo respiro, strada dopo strada.

Infine, in “L’uomo che vendeva il cielo” del 2011 ci invita a riflettere la frase di Romano Battaglia: “La vita è faticosa: ci sono troppi bottoni da abbottonare e da sbottonare”.
Il poeta Vincenzo Cardarelli nella sua opera “Alla deriva” del 1936 ha scritto un po’ enigmaticamente “La vita io l’ho castigata vivendola”.
Parlando di similitudini e di metafore, Elias Canetti ne “Il frutto del fuoco 1921-1931” del 1980 ha scritto “La vita è lotta, lotta senza quartiere, ed è un bene che sia così. L’umanità, altrimenti, non potrebbe progredire. Una razza di deboli si sarebbe estinta da un pezzo, senza lasciare traccia”.

A proposito di cibo Xavier Brébion ha paragonato la vita all’alimento in assoluto più ghiotto che esista affermando: “La vita è come il cioccolato, è l’amaro che fa apprezzare il dolce”.
Sempre a proposito di similitudini, Anselmo Bucci ne “Il pittore volante” del 1930 ha scritto che: “La vita è come la bicicletta; sta su perché va”.

Ancora a proposito di metafore, Leo Buscaglia ha invece dichiarato nell’opera “Vivere, amare, capirsi” del 1982 che “La vita non è la meta, è il viaggio”.
Molto semplicisticamente Pedro Calderón de la Barca ha scritto che “La vita è sogno” nell’opera omonima del 1635
Samuel Butler ha scritto in Taccuini, 1912 (postumo) che “La vita è come suonare un assolo di violino in pubblico e imparare a suonare lo strumento mentre si suona”.
Ed inoltre sempre questo autore ha aggiunto nella stessa opera che “La vita è l’arte di trarre conclusioni sufficienti da premesse insufficienti”.
Un po’ pessimisticamente Aldo Busi in “Altri abusi del 1989 ha detto che “La fortuna è un attimo, la vita è tutto il resto”.
Ed è sempre sua la frase: “Si mente nella vita, non nel racconto che se ne fa”, contenuta in “Guancia di tulipano” del 2003.
Per restare nelle concezioni della vita più nichiliste l’attore poliedrico Pino Caruso ha scritto “La vita non va presa così com’è” nell’opera “Ho dei pensieri che non condivido” del 2009.
Ancora l’autore ha aggiungo nella stessa sua opera “Ci si abitua a tutto, anche alla vita”, inoltre “Cosa rimane, non agli altri ma a noi, della nostra vita?”, “La vita? Meglio di niente”, ed, infine, “non è escluso che la vita sia un’inutile perdita di tempo”.
Passando alle concezioni più filosofiche il celebre scrittore Italo Calvino in “Palomar” del 1983 ha scritto che “La vita d’una persona consiste in un insieme d’avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme, non perché conti di più dei precedenti ma perché inclusi in una vita gli avvenimenti si dispongono in un ordine che non è cronologico, ma risponde a un’architettura interna”.
Invece la considerazione dello scrittore Albert Camus in “Nozze” del 1932 è che “Se c’è un peccato contro la vita, è forse non tanto disperarne, quanto sperare in un’altra vita, e sottrarsi all’implacabile grandezza di questa”.
Lo stesso autore ha aggiunto, inoltre, in “Taccuini, 1935/59” (postumo 1962/89) che “Non v’è amore per la vita senza disperazione di vivere”.

In modo categorico si è espressa la scrittrice di gialli più venduti al mondo, Agatha Christie: “La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi” e poi ancora la regina del crimine ha scritto: “Abbiamo solo una vita da vivere.”

In maniera estremamente rassicurante scrittore, drammaturgo e poeta scozzese dell’età vittoriana, Robert Louis Stevenson, ha osservato: “Il compito nella nostra vita non è di trionfare, ma di continuare a cadere serenamente.”

L’autore, psicoterapeuta e oratore motivazionale americano Richard Carlson concentrandosi sul presente ha affermato: “La vita non è la prova costume per uno spettacolo futuro: è qui e ora.”

Ancora a proposito del “carpe diem” e dell’”hic et nunc”, lo scrittore, psichiatra e docente statunitense Irvin D. Yalom ha osservato similmente “La vita non è nulla se non il momento presente, che sta svanendo per sempre.”

Sempre nostalgicamente, lo scrittore e giornalista statunitense Ernest Miller Hemingway ha detto malinconicamente: “Non sopporto il pensiero che la mia vita stia scorrendo via così in fretta e che io in realtà non la viva.”
Lo scrittore e traduttore francese Roger Munier ha coniato la frase dall’aria motivazionale: “La vita non è una corrente continua. Bisogna nascere a ogni istante.”

È della scrittrice e drammaturga francese George Sand la frase: “La vita assomiglia a un romanzo più spesso di quanto i romanzi somiglino alla vita.”

Il chirurgo Christiaan Barnard ed il giornalista Curtis Bill Pepper hanno scritto nella biografia “Una vita” del 1969 che “la vita è proprio strana. Ti mette in mano carte che puoi leggere solo dopo averle giocate o solo dopo che altri le giocano per te”.

Saul Bellow, lo scrittore canadese naturalizzato statunitense, eletto Premio Nobel per la letteratura nel 1976, ha detto molto provocatoriamente che “Una vita interessante è il concetto supremo dei deficienti” nel libro” Il Pianeta di Mr. Sammler” del 1970.

Lo scrittore, drammaturgo, poeta e giornalista austriaco, Thomas Bernhard, ha scritto nella sua opera “Un bambino” del 1982 che: “La vita era una tragedia, e noi nella migliore delle ipotesi potevamo trasformarla in una commedia”.

Ironicamente il compositore, paroliere, scrittore e cantante italiano Romano Bertola ha scritto in “Le caramelle del diavolo” del 1991: “Ho passato metà della mia vita a ricordare il passato, l’altra metà a immaginarmi il futuro. In tutto avrò vissuto quindici giorni. Ed ero a letto con l’influenza”.

Passando ad un approccio più spirituale, lo scrittore statunitense, sceneggiatore ed innovatore del genere fantascientifico Ray Bradbury ha scritto che “Il dono della vita è così prezioso che dovremmo sentirci in obbligo di ripagare l’universo per il dono di essere vivi”.
Walter Bonatti, l’alpinista, esploratore, giornalista, scrittore e fotoreporter italiano, ha riflettuto profondamente in “Un mondo perduto” del 2009: “Quando si è molto giovani capita di non sapere bene chi si è e che cosa si vuole dalla vita. Indubbiamente però noi tutti disponiamo di un misterioso filo conduttore che prima o poi finirà per farci scegliere ciò che per indole è già latente in noi, e servirà a costruire la nostra personalità”.

Lo scrittore e patriota italiano Carlo Bini, nell’opera “Manoscritto di un prigioniero” del 1833 ha descritto così l’esistenza: “La vita, a voler che sia bella, a voler che sia gaia, a voler che sia vita, dev’essere un arcobaleno, – una tavolozza con tutti i colori, – un sabato dove ballano tutte le streghe. Il sollazzo e la noia, il pianto e il riso, la ragione e il delirio, tutti devono avere un biglietto per questo festino”.
Sempre a questo proposito, Ambrose Gwinnett Bierce, lo scrittore, giornalista, aforista e militare statunitense ha scritto ne “Dizionario del diavolo” del 1911: “Vita. La salamoia spirituale che preserva il corpo dalla decadenza”.

Infine, Heinrich Theodor Böll, lo scrittore tedesco, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1972, ha scritto in “Cosa faremo di questo ragazzo?” del 1981: “Forse non è a scuola che impariamo per la vita, ma lungo la strada di scuola.”

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