FUOCO SACRO

    fuoco sacro

    fuoco sacro

    «Quanta luce emani quanto non ti importa più nulla del mondo e dei suoi sporchi affari,
    quanto biancore e quanta purezza acquista la tua aura quando non ti interessa più degli obiettivi,
    tu abbagli solo quando decidi di restare te stessa, insieme alle tue schegge impazzite di poesia selvaggia. (…)».
    Proprio come nella poesia che dà il nome all’intera silloge, così in tutta l’opera, “Fuoco Sacro”, si discute della propria “luce interiore”. Così come il fuoco per gli antichi rappresentava la vita e, quindi, era necessario che esso rimanesse perpetuo ed ininterrotto, anche la “bellezza”, secondo l’autrice in questione, avrebbe il compito di fare altrettanto. Le poesie della raccolta “Fuoco Sacro”, infatti, trattano, in tutte le sue espressioni, proprio di quella peculiare e distintiva “bellezza” che scaturisce dal bagliore della propria luce interiore, dalla consapevolezza della propria fragilità che, tuttavia, rappresenta anche un enorme punto di forza.
    Al tempo stesso, l’ultima raccolta dell’autrice napoletana affronta l’argomento della spiritualità e di tutti gli sforzi umani per restare “lucenti”, tentando di fare a meno, per quanto possibile, dell’utilizzo della retorica e dei cliché abusati, oggigiorno, sull’argomento.
    «(…) Tu sei “fuoco sacro”, allora accendi la tua scintilla e lasciala brillare, lasciala splendere ancora, e, poi ancora, e, poi sempre».

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