Se ne frega la luna stanotte

    Se ne frega la luna stanotte

    Se ne frega la luna stanotte

    Se ne frega la luna stanotte

    La mia quinta silloge è dedicata a mia madre, che io definisco «una luna immensa».

    In un certo senso, questa miscellanea di ballate e racconti intende “chiudere il cerchio” e sceglie di farlo tornando alle origini antiche, mie e dell’essere umano, in generale.

    “Se ne frega la luna, stanotte” narra, in effetti, del legame intrinseco e ancestrale (a livello personale e collettivo) con gli elementi della natura, in particolare, della connessione, non solo dal punto di vista metaforico e simbolico, con quella che rappresenta la dimensione del cielo, con tutti i suoi astri e, in particolare, con la luna. Il satellite in questione, infatti, oltre a rappresentare un archetipo fondamentale per il femminile (la “Grande Madre”), nelle sue varianti e, quindi, nelle sue 4 fasi (piena, nuova, calante e crescente), è sempre riuscito ad affascinarmi e a catturare altresì il mio interesse.

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